ATTACCAMENTO, NEGATIVITA’ E MOTIVAZIONE – parte 1 –

ATTACCAMENTO, NEGATIVITA’ E MOTIVAZIONE
(Jim Leonard, 2 dic 2002)
1ma parte

Insegno molte cose sull’argomento “attaccamento”, ma queste lezioni in genere non le impartisco tutte allo stesso tempo. Con questo articolo intendo mettere insieme molti dei miei insegnamenti su questo argomento, in un saggio esauriente.

Per prima cosa voglio spiegare quello che io intendo per “attaccamento”, che spesso definisco “attaccamento emozionale”. L’attaccamento significa pensare che la tua felicità ed il tuo benessere dipendano dal fatto che qualcosa vada in un certo modo. Tutto quello che pensi sia necessario per la tua felicità e benessere è una forma di “attaccamento”. Molti di voi potrebbero avere dei problemi a capire questo, semplicemente perché sembra ovvio che queste cose siano assolutamente necessarie. Questi concetti in genere vengono dati per scontati e costituiscono il sottofondo dei pensieri e delle sensazioni. La necessità di queste cose apparirebbe scontata, almeno ad un primo sguardo. Se una qualsiasi di queste idee venisse in qualche modo minacciata, verresti scombussolato. Anche in presenza di attaccamenti più sottili, ci si sente sempre confusi se questo attaccamento non viene affrontato o è messo in pericolo. Ciascuno di noi ha centinaia di queste forme di attaccamento. La maggior parte di queste influenzano fortemente tutte le persone, ed in genere non vengono mai messe in discussione. Per esempio, quasi tutti pensano che essere in buona salute sia necessario per la felicità ed il benessere, e si sentono sconvolti dal punto di vista emozionale quando qualcosa minaccia la loro salute. Anche se il malessere non è tale da costituire un pericolo, le persone creano emozioni negative che anziché avvicinare alla guarigione, la allontanano. Un tipo di attaccamento collegato a questo è relativo alla giovinezza od al sentirsi giovani. Specialmente in America la giovinezza viene considerata al di sopra di tante cose, e molti pensano all’invecchiamento come a qualcosa di terribile al quale si deve resistere a tutti i costi. Un’altra credenza universale è pensare che la vita stessa sia assolutamente necessaria per la felicità ed il benessere, tanto che la morte viene vista come la cosa più terribile da debellare. Questo attaccamento, quantunque sembri così universale, è difficile persino da mettere in discussione, e crea una gran parte dell’infelicità nel mondo.

L’attaccamento può essere considerato strettamente legato al “giudicare negativamente”. Ed è essenziale alla cosa che noi chiamiamo generalmente “standard immaginario”.

Vorrei chiarire qualcosa che è molto importante se si vuole comprendere a fondo Vivation e l’integrazione, ma che penso qualcuno di voi non abbia mai preso in considerazione. Credo che molti di voi abbiano familiarità con il concetto di giudizio e meccanismo di dualità (la scala da 1 a 10 con la freccia che punta sempre verso l’alto), cioè l’immaginare che la sofferenza venga causata dall’oggetto del meccanismo posto ai gradi inferiori della scala, generalmente al di sotto di dieci. Si potrebbe pensare che se qualcosa raggiungesse il valori di dieci nella scala immaginaria, allora ci si sentirebbe bene. Questo è assolutamente falso, come vi dimostrerò. Pensare che innalzare qualcosa nella scala immaginaria può portare sollievo, semplicemente non fa che perpetuare i meccanismi di dualità e la stessa sofferenza. Questo è uno dei concetti più importanti che possono rendere interessante Vivation per qualcuno. La sofferenza è provocata dalla dualità stessa. Anche se qualcosa viene percepita all’apice della scala del giudizio, ci può essere ancora sofferenza. Un modo per reprimere una sensazione sgradevole è razionalizzarla e dire, “Certo, questa cosa che mi disturba è risolta, proprio adesso”, e provare ad allontanare la cosa dalla propria mente. Ma fare questo non è certo meglio di ogni altro genere di repressione.

Se tu sperimenti una qualche forma di dipendenza, ed al momento la senti viva, presente, non può esistere soddisfazione, ma solo sofferenza. Vi mostrerò un esempio che ha a che fare con le relazioni. Parlando in generale dalla dipendenza che si ha quando si ha una relazione con una persona, l’attaccamento si stabilisce con una persona particolare. Di solito accade che la persona dia i numeri semplicemente se non riesce ad incontrare quel tipo particolare di partner, e quando lo trova tutto sembra andare per il meglio riuscendo finalmente ad essere felice. Cosa succede se non riesce a trovare quella particolare persona, o un appuntamento, o del sesso, oppure arrivare al matrimonio, o qualunque altra cosa essa voglia ottenere. Per quanto tempo rimarrà felice? Se non esaminiamo troppo attentamente, potremmo rispondere che saranno felici almeno per un momento.
(Nessuna persona sveglia direbbe mai ”felici per sempre ”. Se dovessimo esaminare i loro stati emozionali da vicino per aiutarli, vedremmo che essi non vivono alcun momento di felicità, proprio a causa del loro attaccamento, non a causa delle relazioni o di qualunque altra cosa in cui quelle persone siano precisamente coinvolti).
Persino dopo che essi hanno trovato quella particolare persona con cui legarsi, sarà sempre un po’ meglio, per loro, dire “ti amo” in una maniera particolare, per trovarsi d’accordo su qualunque argomento (ah ah ah), avere un bel figlio insieme. In altre parole, quello che in passato appariva al massimo della scala dei valori (10), una volta ottenuto, non rimane più in quella posizione. Il massimo della scala rimane sempre un po’ migliore o più in alto di quello che è stato raggiunto, così che rimane sempre il disagio per non avere il massimo dall’esperienza. Questo meccanismo è la natura di tutte le dualità. La perfezione non potrà mai essere ottenuta nel tempo lineare.

Esiste un’altra forma di disagio, forse più ovvia, che consegue dalla dualità stessa persino quando il massimo della scala viene raggiunto. Ed è la paura di perdere la persona o la cosa alla quale si è legati. Anche se sperimentiamo l’amore ideale, se proviamo dell’attaccamento, ci turba il pensiero che qualcosa possa non andare bene nella relazione, tanto che potremmo perdere quella persona, o addirittura la felicità che potremmo sperimentare con questo compagno perfetto. Questi pensieri possono fare scendere la situazione sui gradini bassi della scala immaginaria di valore. Finché esiste la scala, lo standard immaginario, e l’attaccamento, la sofferenza continuerà a perdurare, persino se la situazione stessa viene considerata al grado 10 nel momento presente, perdura una condizione di vigilanza, il rivolgere lo sguardo verso l’orizzonte alla ricerca di problemi, l’ essere legati ad ogni parola o ad ogni espressione del viso della persona verso cui proviamo l’attaccamento. Andiamo attraverso la vita cercando di scrutare, il più lontano possibile, ciò che ci potrebbe portare via quello al quale siamo attaccati. L’attaccamento non riposa mai.

La sofferenza è causata dalla dualità stessa. Portare le cose in alto sulla scala immaginaria non ci rende più felici. Migliorare la nostra abilità nel raggiungere gli obiettivi è una gran cosa, ed è uno dei grandi risultati di Vivation, ma questo non fa aumentare la felicità neppure di un granello. L’unica cosa che può rendere felici, è lasciare andare l’attaccamento, che è un altro modo di dire “integrare”. L’integrazione ci rende istantaneamente felici, e la felicità è lasciarsi andare, abbandonarsi. Questo significa “scegliere di essere soddisfatti per come le cose vanno, adesso”. Più avanti in questo saggio, mostrerò gli effetti dell’integrazione sulla motivazione, questo perché ho realizzato che, specialmente negli Stati Uniti, le persone sono convinte che ritenersi soddisfatti di qualcosa significa, per loro, perdere lo stimolo a fare di meglio, il che è un ragionamento completamente falso e causa una gran quantità d’infelicità. Per prima cosa, voglio mostrare come avviene l’integrazione, che è come dire “abbandonare l’attaccamento”.

A livello di sensazioni, ogni tipo di attaccamento crea una precisa sensazione spiacevole nel corpo. Ovviamente la maggior parte delle persone, per la maggior parte del tempo, allontanano la loro attenzione dalle sensazioni in modo da non sentirne il disagio. Questa è repressione, che rende impossibile risolvere qualunque dualità ed ha l’effetto, nel tempo, di intensificare proprio quella sensazione che si voleva evitare. L’alternativa alla repressione consiste nel trovare piacere esattamente nella sensazione giudicata spiacevole. Tutti noi sappiamo quanto è facile farlo, anche se sembra una cosa difficile, almeno all’inizio, per le persone che non sanno fare Vivation. Attraverso il quarto elemento noi troviamo sempre un modo positivo per rapportarci alla sensazione, immediatamente. La dualità dipende dal considerare 10 migliore di 0 nella scala del giudizio. Se noi godiamo della sensazione al grado “zero” avviene che la dualità collassa e smette persino di esistere una scala immaginaria. È per questo che spesso ripeto alle persone l’affermazione: “Ogni cosa è meglio di ogni altra cosa”. Questo concetto elimina ogni dualità. In questo modo, quando sentiamo una particolare sensazione spiacevole nel nostro corpo che corrisponde ad una precisa dualità, trovando anche una minima quantità di piacere in quella sensazione, accade che la sensazione stessa viene integrata immediatamente. Le dualità spariscono istantaneamente e la nostra felicità non sembra più dipendere dal fatto che una cosa vada in un modo preciso. Ad ogni integrazione, la nostra felicità diviene sempre più incondizionata. Vivation è amare e godere il momento presente infinitamente, senza alcun prerequisito.

Se godiamo naturalmente la sensazione del provare attaccamento, questo non emerge, e non essendoci alcuna forma di legame, il nostro godimento diviene incondizionato. Questa è la strada che conduce alla felicità. Continuare sulla strada dell’attaccamento, indipendentemente da quanto abilmente lo si faccia, non potrà mai produrre felicità. La felicità deriva dal godere il momento presente esattamente come è. Se non sei felice di avere venti euro nel tuo conto in banca, non lo sarai neppure se avessi un milione di euro nel tuo conto. Questo non cambia in alcun modo il tuo essere felice. Se dicessi a te stesso “un giorno avrò un sacco di soldi ed allora sarò felice”, stai semplicemente affermando di essere infelice e provi a reprimere la tua infelicità portando l’attenzione alle tue fantasie, piuttosto che alla realtà. So per certo che avere un mucchio di denaro non rende alcuna persona più felice, questo perché ho insegnato personalmente vivation a tanti milionari e persino ad una coppia di miliardari. Oggigiorno circa la metà dei miei clienti sono milionari. Se tu hai in qualche modo rinforzato le tue speranze di felicità con la speranza che un giorno avrai finalmente un mucchio di soldi, allora potrai verificare la verità di quanto ti ho detto quando ti ho parlato di quello che accade ai vincitori di lotterie. La vincita non li rende in alcun modo più felici, e spesso li conduce alla miseria perché essi trovano che ciò che pensavano avrebbe risolto definitivamente la loro infelicità, in effetti, non l’ ha modificata per nulla. L’unico modo in cui il denaro può contribuire alla nostra felicità è che noi siamo incondizionatamente felici indipendentemente da quanto denaro abbiamo adesso, oppure rendersi conto che non potrebbe esserci limite alla nostra gioia persino se fossimo completamente al verde ed indigenti. Questo modo di pensare funziona con tutte le cose. Se provi attaccamento a tuo marito o a tua moglie che stanno cambiando in qualche modo, allora sarai infelice qualunque sia il loro cambiamento. Se non riesci ad amare la persona esattamente come è adesso, allora non c’è nulla che può accadere in quella persona che possa aumentare il tuo amore per lei. Ognuna della forma di attaccamento ti rende infelice. Nessuno sforzo volto a soddisfare il tuo attaccamento può in alcun modo renderti più felice. La felicità semplicemente non funziona in questo modo. La felicità si sperimenta nel tempo momentaneo, non in quello lineare. Il bello di quello che ti sto dicendo consiste nel fatto che puoi ottenere la felicità proprio adesso, in questo preciso momento. Non c’è assolutamente nulla che debba accadere prima. Nulla. I successi ottenuti nel tempo lineare non possono portare alla felicità. Vivation produce felicità. Vivation raggiunge facilmente l’efficienza che permette ai principianti di sperimentare un integrazione al minuto, ed anche di più nelle persone più abili. Vivation è basato su una chiara comprensione della vera natura della felicità.

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